La grande questione dei confini delle future città metropolitane, a cominciare da quella di Roma, assume sempre più rilievo: non appare davvero pensabile che la Città Metropolitana possa corrispondere pedissequamente all'ex Provincia su cui insiste. Questo ragionamento è valido ancor più laddove la Provincia in fase di abolizione sia composta da un numero considerevole di Comuni o comunque copra un territorio assai vasto, composto anche da molte aree "di provincia" che hanno esigenze assai diverse da quelle della metropoli.
Analizzare il territorio della provincia di Roma è esemplificativo, nonché necessario, per poter suggerire soluzioni utili al processo di costituzione di una Città Metropolitana di Roma Capitale, che sia omogenea e funzionale.
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(La geografia della provincia di Roma - clicca sull'immagine per ingrandire) |
La
Provincia di Roma è composta da ben
121 Comuni, oltre
4 milioni di abitanti, ed è estesa per 5'352 kmq. Il "problema" della provincia di Roma è sempre stata la
Capitale, ossia questo soggetto ingombrante che ha monopolizzato il peso dell'assemblea con i suoi
2,6 milioni di abitanti: Roma, da sola, costituiva (e ancora oggi costituisce) il
65% dell'intera provincia. Ovviamente, un ruolo così fisiologicamente preponderante ha comportato la subalternità dei comuni dell'hinterland i quali, se avessero occupato una posizione geografica diversa, avrebbero goduto - in ragione del proprio peso numerico - di un ruolo assai maggiore rispetto a quello che spetta loro oggi.
Ora l'occasione della ricostituzione dei confini della Città metropolitana di Roma crea senza dubbio un fermento che potrebbe alterare i
limes antichi. Secondo il piano del governo, i Comuni dovrebbero comunicare entro il 28 febbraio 2014 il proprio intento di far parte o meno della Città. Ma due questioni sorgono spontanee: 1) cosa è questa Città Metropolitana? 2) Come potervi entrare se i comuni contigui non prestano il proprio consenso?
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(In rosso le aree più metropolitane, in verde le aree completamente rurali) |
1) La città metropolitana è definita come
ente di secondo livello con funzioni istituzionali di programmazione e pianificazione dello sviluppo strategico, coordinamento, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione. Essere un ente di secondo livello significa che l'elezione dei membri avverrà soltanto tra sindaci, tramite
voto ponderato, ossia "pesato" per Comune. Oltre ad ereditare le funzioni delle Province, le Città metropolitane avranno funzioni di
pianificazione territoriale generale, promozione dello sviluppo economico, mobilità e viabilità, ferme restando le competenze delle Regioni. Alla Città metropolitana vengono trasferiti patrimonio, risorse e personale della Provincia. Il sindaco metropolitano è il Sindaco della città capoluogo. Il Consiglio è costituito dai sindaci dei Comuni con più di 15 mila abitanti e dai presidenti delle Unioni dei Comuni con 10mila abitanti che si esprimono con voto ponderato. Per i primi tre anni ne fanno parte anche i presidenti delle Unioni di Comuni istituite per l'esercizio delle funzioni obbligatorie. Il Sindaco metropolitano può nominare un vicesindaco e consiglieri delegati. E prevista anche una conferenza dei sindaci dei comuni di tutta l'area metropolitana per approvare statuti e bilanci.
E' chiaro che una Città metropolitana strutturata in questa maniera fornisce sì degli strumenti piuttosto importanti agli organi decisionali, ma sottrae l'indicazione del sindaco al voto popolare e, anzi, lo rende succube del peso determinante dei comuni più popolosi. In altre parole, in una futura città metropolitana di Roma, al momento dell'elezione si prospetterà un quadro in cui il comune di Roma, per proprio conto o tramite l'appoggio di pochissimi comuni più pesanti, avrà la possibilità di scegliersi autonomamente il sindaco metropolitano, con la possibilità di imporre la propria politica sui comuni della Città, in temi quali le l'ambiente (e le discariche!), i trasporti e le strade, le linee di comunicazioni, le scuole etc. Quale vantaggio avrebbero quindi i comuni ad entrare nella Città Metropolitana? Se per alcuni la motivazione è logistica (Civitavecchia vorrebbe essere il porto di Roma, evitando la sfida con Fiumicino; Anguillara vorrebbe essere la città del lago per i romani in gita fuori porta; Ciampino e Fiumicino vorranno coordinare i propri aeroporti con la Capitale etc.) per altri comuni il rischio di vedersi fagocitati da Roma senza alcun vantaggio è altissimo. Comuni come Riano e dintorni rischierebbero di vedersi imporre l'antipatica etichetta di nuova Malagrotta di Roma.
2) Per evitare di creare una Città Metropolitana a macchia di leopardo, con dei confini più simili ad un disegno di un bambino dell'asilo che a dei contorni di un ente pubblico, la soluzione più ovvia è quella dell'adesione dinamica e conseguente dei comuni per fasce circolari. Cosa vuol dire? Vuol dire che entro una prima data soltanto i comuni della prima fascia che circonda Roma, contigui fisicamente alla Capitale, dovranno esprimere se far parte ad o no alla Città. Una volta comunicata la scelta, se nessun comune vorrà far parte della Città, questa si limiterà al Comune di Roma; in caso contrario, verranno i comuni che daranno il proprio assenso entreranno a far parte della Città. Ciò comporterà una la creazione temporanea di una nuova area della Città Metropolitana. A questo punto, i comuni confinanti con la nuova area (che non hanno già espresso precedentemente un parere negativo) dovranno esprimersi entro una data successiva alla precedente. Se non ci saranno adesioni di nuovi comuni, l'area si consoliderà; altrimenti si allargherà. E così via, fin quando tutti i comuni chiamati ad esprimersi danno parere negativo, oppure fin quando tutti i comuni della Provincia forniscono la propria comunicazione. In questo modo, si creerà un'area urbana coerente, non spezzettata ed unita.
A questo punto, cerchiamo di intuire quali possano essere le scelte date dai Comuni della Provincia di Roma. Come già scritto in precedenza, si può immaginare che alcuni comuni "che non hanno nulla da perderci" cederanno con consapevolezza la propria sovranità a Roma in cambio di un rapporto più stretto e in cambio di vantaggi strutturali importanti; altri comuni "che avrebbero tutto da perderci" cercheranno in ogni modo di fare blocco per evitare di diventare succubi di Roma in molte competenze importanti quali l'ambiente e le infrastrutture.
Ecco alcune mappe della futuribile Città Metropolitana di Roma Capitale
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(Città Metropolitana in versione ridotta - clicca sull'immagine per ingrandire) |
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(Città Metropolitana in versione ampliata - in blu rimarrebbe la Provincia di Roma) |