"Anche Brescia, Bergamo e Salerno potrebbero diventare città metropolitane, in aggiunta ai dieci centri (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria più Roma che in quanto Capitale avrà però uno status speciale) già inseriti nella legge di riforma del ministro Graziano Delrio. L’annuncio è stato dato dalla ex relatrice della legge, la deputata del di Forza Italia Elena Cementero, che si è dimessa dall’incarico dopo l’annuncio del voto contrario dei berlusconiani. Con questo provvedimento scomparirebbe l’ente Provincia che sarebbe sostituita a pieno regime dalla città metropolitana entro il 1 luglio del 2014" [Corriere del Mezzogiorno].
La discussione parlamentare appena iniziata sulla riforma dei territori dimostra tutta la sua debolezza. Tra le varie proposte quella di allargare il numero delle città metropolitane a Salerno, Brescia e Bergamo, oltre le 10 già previste nelle regioni a statuto ordinario. E perché allora non tante altre, magari fino a trasformare tutte le province in città metropolitane?
Gli interessi di bottega allontanano il disegno di legge dalla finalità precipua della riforma: attribuire alle aree metropolitane gli strumenti necessari per gestire le grandi problematiche urbane.
Ma quali sono le grandi aree metropolitane? Se si guarda all'estero si vedrà come le città metropolitane previste in ogni Stato sono pochissime (due in Russia, tre in Germania, una in Austria). E noi in Italia vogliamo farne dieci, o quindici? Ma sì, così alla Conferenza internazionale delle città metropolitane avremo l'onore di far sedere il sindaco metropolitano di Berlino e Mosca con quello di... Salerno.
PS: non se la prendano i cittadini di Isernia o Salerno, ma credo che il buon senso che alberga in voi sia in grado di distinguere le esigenze della metropoli da quelle dei vostri, tra l'altro stupendi, territori.